LinkedIn: uno strumento fondamentale per coinvolgere i dipendenti e attrarre nuovi candidati

LinkedIn è una risorsa indispensabile per fare employer branding e, quindi, per coinvolgere i dipendenti e attrarre nuovi candidati per la tua azienda. Una risorsa particolarmente adatta alle PMI perché utilizzabile anche senza grandi budget. Con questo canale è possibile comunicare l’identità e la cultura della tua impresa a tutti quei professionisti che non la conoscono direttamente. Insomma, LinkedIn è una vetrina che offre una grande visibilità a un ampio pubblico di professionisti. In questo momento, solo in Italia, stiamo parlando di circa 18 milioni di iscritti.

Il cuore dell'employer branding: raccontarsi su LinkedIn

Fatte queste premesse, è bene chiarire un concetto: prima di lanciare qualsiasi offerta di lavoro, è fondamentale costruire un profilo aziendale solido su LinkedIn. Come? Attraverso la narrazione costante, le imprese possono condividere un’immagine vivida dell’ambiente lavorativo e dei valori che le guidano, permettendo a chi legge di verificare che siano in linea con le proprie aspettative e aspirazioni. Per questo, secondo i dati di LinkedIn, i dipendenti assunti tramite la piattaforma hanno minori possibilità di lasciare l’azienda nei primi mesi dopo l’assunzione (Fonte LinkedIn). E allora possiamo dire che questo social non serve solo a reclutare nuovi dipendenti, ma anche a tenersi stretti i propri, la cosiddetta retention dei talenti.

Comunicare dentro e fuori con Linkedin: la Employee Value Proposition

Ogni post, commento e interazione contribuisce alla costruzione dell’immagine aziendale. E più queste azioni sono focalizzate, più questa immagine è fedele. È quello che fanno le aziende che seguiamo, come Trentino Social Tank e la Banca Centropadana, dove l’uso strategico di LinkedIn è risultato utile non solo a posizionare il brand all’esterno, ma anche ad avere un impatto all’interno, rafforzando il senso di appartenenza tra i dipendenti attuali, rendendoli partecipi e orgogliosi del luogo in cui lavorano.

Il motivo è molto semplice: per riuscire a comunicarsi le organizzazioni devono innanzitutto ascoltare e coinvolgere i propri dipendenti. E non solo. Devono anche porsi alcune domande chiave, ad esempio:

  • Qual è il nostro core business?
  • Quali valori vogliamo trasmettere?
  • A quale pubblico?
  • Quali storie possiamo raccontare?

Possono anche sembrare semplici, ma nella nostra esperienza è difficilissimo rispondere insieme, con una sola voce. Per farlo occorre aprire un DIALOGO INTERNO. Un dialogo molto utile per costruire la propria employee value proposition, ovvero il proprio modo di distinguersi rispetto alle altre aziende dal punto di vista dell’esperienza di lavoro. E in questo, un canale di comunicazione come LinkedIn rappresenta uno strumento molto efficace.

 

Cercare VS Farsi trovare

Ora è verosimile che nella tua mente stia prendendo forma, pian piano, un concetto fondamentale: con LinkedIn puoi ribaltare il processo di reclutamento. Puoi, cioè, farti trovare dai candidati, piuttosto che cercarli attivamente in “mare aperto”. Un cambio di prospettiva, che ha come effetto indiretto l’abbassamento dei tempi e del costo per acquisizione. Basti pensare che, secondo una ricerca di LinkedIn, il 70% dei professionisti non è attivamente in cerca di lavoro, ma è aperto a nuove opportunità: presentare efficacemente la cultura e i valori aziendali su LinkedIn permette di attirare a sé i talenti che si identificano con la cultura e i valori aziendali, e quindi l’interesse dei candidati giusti.

E poi va menzionato un altro aspetto fondamentale: la capacità di disintermediazione. Questo fa interagire le aziende direttamente con i professionisti e rende molto più autentica la relazione. Le aziende che abbiamo citato sopra, ad esempio, sono riuscite a costruire un rapporto solido con i propri follower, rendendo molto più efficace e semplice il processo di hiring. È un approccio diretto e personalizzato, che va oltre i tradizionali metodi di reclutamento, e fa stabilire un legame più solido e duraturo con i potenziali candidati.

Come e cosa pubblicare su LinkedIn?

Si può iniziare con momenti aziendali significativi, storie di successo dei dipendenti e iniziative che raccontino la cultura dell’organizzazione. In questo modo ogni contenuto diventa un aggiornamento, un’opportunità per mostrare un’immagine realistica e coinvolgente dell’azienda, attirare candidati e coinvolgerli in prima persona spingendoli ad attivarsi attraverso commenti e condivisioni.

Lo storytelling: autenticità e coinvolgimento

La chiave sta nell’abilità di raccontarsi in modo autentico e il più possibile attrattivo. Le aziende devono mostrare come vivono i propri luoghi di lavoro giorno dopo giorno. E iniziare a farlo prima di avviare campagne di reclutamento è fondamentale per rendere gli annunci di lavoro efficaci. È inutile sponsorizzare un annuncio, anche allocando un buon budget, se prima non si è costruito il brand aziendale su Linkedin. Il motivo, anche in questo caso, è molto semplice, e va al di là degli schemi tipici del marketing digitale: è naturale, per chi legge un’offerta di lavoro, andare a informarsi sugli autori, per farsi un’idea di dove andrebbero a lavorare e con chi. Non credi? Ed è proprio in quel momento che si faranno la prima impressione di te e della tua azienda. È sulla base di quello che leggeranno che svilupperanno o meno fiducia nella tua proposta.

LinkedIn non è come gli altri social

Allora ricapitoliamo: LinkedIn non è un social come un altro. È un canale di comunicazione molto potente per le PMI, perché permette di costruire progetti di employer branding efficaci anche solo in organico, senza bisogno di investire budget. Lavorando su questa piattaforma è possibile creare relazioni autentiche con le persone giuste, differenziarsi rispetto ai propri concorrenti, ridurre il turnover e abbassare sensibilmente i costi per l’acquisizione dei candidati. 

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