Come costruire una community su LinkedIn: il metodo HANDS-ON

I social network e l’evoluzione sempre più veloce delle tecnologie digital, compresa la Gen AI, hanno trasformato il modo in cui le aziende comunicano e si posizionano sul mercato, questo lo sappiamo tutti. Poi certo, di canali social ce ne sono tanti, anche questo è un concetto che possiamo dare ormai per assodato. Ce n’è per tutti i gusti e ognuno ha degli elementi distintivi che lo rendono particolarmente adatto per un determinato tipo di settore o scopo. 

E in questo mare magnum cosa possiamo dire di LinkedIn? Che è la piattaforma dedicata a chi cerca lavoro? Beh, no. O perlomeno, non proprio. Ecco qualcosa che, forse, non sanno tutti. Oggi LinkedIn rappresenta uno straordinario strumento che, se ben sfruttato, permette alle aziende di posizionarsi sul mercato e comunicare con prospect, clienti, potenziali candidati e, addirittura, con i propri dipendenti. Ma è anche vero che LinkedIn non va bene per tutti i tipi di impresa.

Ti ho incuriosit*? E allora vieni con me ad esplorarlo e capire come utilizzarlo con la tua organizzazione.

Premessa: dimmi che business hai e ti dirò se LinkedIn fa per te

Lo abbiamo appena detto, LinkedIn non è per tutti. Ma solo per quelle aziende il cui business è B2B. Il motivo è molto semplice, e risiede nel motivo per il quale i suoi utenti (te compreso, o compresa) lo visitano tutti i giorni: per informarsi e aggiornarsi sulla propria professione. Per formarsi e informarsi, per entrare in relazione con altri professionisti e scambiarsi idee e buone prassi. In altre parole, per diventare professionisti migliori. Non ci vanno per comprare qualcosa, ad esempio un nuovo frigorifero, una televisione, oppure per cambiare automobile, o ancora per prenotare le vacanze estive.

Ecco quindi il motivo per cui, se il tuo business è tipicamente B2C questo non è il posto per te. O almeno, non è il posto giusto per sviluppare il tuo business, ma può essere comunque il luogo perfetto per parlare della tua azienda e del clima che si respira al suo interno. La cosa interesserebbe molto i tuoi potenziali candidati, soprattutto quelli più motivati. Soprattutto quando questi hanno la possibilità di apprezzare la tua impresa attraverso contenuti pubblicati dai tuoi dipendenti, direttamente dal loro profilo personale. Si chiama riprova sociale, ed è particolarmente efficace, molto più della comunicazione istituzionale. Serve sia per attrarre nuovi talenti, sia nuovi clienti. Sempre in chiave B2B, si intende.

Un percorso graduale

I contenuti pubblicati dai dipendenti dell’azienda sono percepiti come molto più autentici rispetto alla comunicazione istituzionale. Ecco perché per essere efficaci su questa piattaforma occorre coinvolgere tutto il team, o una parte di esso. Non è facile, perché tutto ciò presuppone un cambiamento non sempre indolore per le persone e per le organizzazioni. Per ciò ritengo che sia bene adottare un approccio graduale quando si comincia un progetto su questa piattaforma. L’obiettivo è innestare i cambiamenti un poco alla volta, integrando perfettamente le attività quotidiane dei singoli con i task su LinkedIn.

Si inizia con una formazione rivolta al team al completo, non solo sui fondamenti della piattaforma, ma anche su come utilizzarla per raggiungere obiettivi specifici aziendali. Con il nostro metodo HANDS-ON, ad esempio, applichiamo una metodologia di apprendimento continuo per assicurarci che le figure che vengono coinvolte si comportino come dei veri ambasciatori e ambasciatrici del brand aziendale​​.

Confronto, coinvolgimento e community building

L’esperienza che abbiamo sviluppato in anni di lavoro con le PMI ci permette di portare casi studio e, quando possiamo, delle testimonianze di gruppi di lavoro simili per settori e obiettivi. Ad esempio lo abbiamo fatto con due aziende che seguiamo con grande interesse: la Banca Centropadana e Trentino Marketing. Ne è nata una bella discussione che ha portato idee e valore a entrambe, arricchendo anche noi alla fine. Del resto, strumenti e canali digitali cambiano quasi giornalmente ormai, e il modo migliore per rimanere aggiornati è sicuramente il confronto con chi li utilizza con gli stessi nostri scopi, affrontando e risolvendo i nostri stessi problemi in modo creativo. 

E proprio su questo elemento si basa l’efficacia di un team sul canale LinkedIn: sulla capacità di creare e mantenere una community. Per questo la nostra strategia, quella che portiamo alle aziende nostre clienti, include la formazione di gruppi di Brand Ambassador interni, che lavorano in sinergia e si allineano per promuovere la cultura aziendale e aumentare l’engagement interno. Sono dei veri e propri team che agiscono come catalizzatori, amplificano la reach dei contenuti e facilitano la costruzione di una rete di collegamenti solida e interattiva​​ da parte dei membri attivi. E la somma dei network dei singoli dipendenti va a comporre il capitale sociale dell’intera impresa, ovvero tutte quelle relazioni sulle quali è possibile basare una strategia di lead generation efficace su questo canale.

Monitoraggio, advisoring e adattamento continuo

Lo abbiamo già detto, il digitale è un campo in continua evoluzione. E LinkedIn non fa eccezione. Per questo motivo, una volta costruita la community dei brand ambassador, definiti gli obiettivi aziendali, ottimizzati i profili dei membri e condiviso chi-fa-cosa-come, è bene prevedere un sistema di feedback e analisi per monitorare l’efficacia delle strategie adottate e di apportare modifiche in tempo reale. Ma soprattutto è bene continuare a supportare il team nel proprio lavoro di creazione di contenuti utili e nella gestione del proprio profilo. Noi lo facciamo offrendo delle sessioni di coaching dedicate ai brand ambassador. Qui diamo a tutt* la possibilità di vederci una volta al mese per risolvere eventuali problemi e colli di bottiglia, prendere maggiore confidenza con gli strumenti, e aiutarli a sentirsi a proprio agio nel ruolo di ambasciatori del brand.

Employee advocacy

C’è un altro strumento attraverso il quale mantenere un dialogo costantemente con i brand ambassador, che garantisce la sostenibilità nel tempo della strategia di pubblicazione di contenuti su LinkedIn da parte dei dipendenti: si chiama employee advocacy, ed è un tool messo a disposizione dalla piattaforma stessa. Grazie a questa importante funzione è possibile postare contenuti non solo sul feed della pagina aziendale, ma anche su una sezione denominata “Consiglia ai dipendenti”.  In questo modo i membri dell’azienda su LinkedIn hanno la possibilità di postare lo stesso contenuto dal proprio profilo, semplicemente cliccandoci sopra. E abbiamo detto prima quanto questo sia importante per aumentare l’efficacia della strategia di comunicazione sul canale, soprattutto dal punto di vista della generazione delle relazioni da parte di singoli professionisti dell’impresa.

 

Un esempio di employee advocacy su con la pagina LinkedIn
Un esempio di Employee Advocacy tratto dall’esperienza del partner Trentino Social Tank

 

+ Contenuti = + Relazioni

+ Relazioni = + Lead + Vendite

Chiaro no?

In più, grazie a questa funzione noi di HANDS-ON siamo in grado di creare i contenuti dall’esterno, sia quelli da pubblicare sulla pagina aziendale, sia quelli da pubblicare dai profili personali. È il caso, ad esempio, di essebie, un’azienda trentina che si occupa di merchandising. Con loro abbiamo costruito un flusso di comunicazione snello per supportarli dall’esterno, ma sempre con un approccio collaborativo più che consulenziale.

HANDS-ON perché?

Se sei arrivat* a leggere fino a qui, probabilmente avrai capito che non siamo un’agenzia di comunicazione, non ci limitiamo a gestire la pagina dell’azienda pubblicare X post alla settimana. Noi crediamo che comunicare su LinkedIn con la propria azienda presupponga un cambiamento che investe tutto il team, o buona parte di esso. E il cambiamento, come già sai, non è facile da gestire. Comporta dei rischi che noi possiamo aiutarti ad affrontare. È questo che ci rende diversi, o almeno è quello che ci dicono le aziende che ci hanno già scelto: siamo dei veri e propri partner del processo di trasformazione. Gli errori fatti in passato sono diventati le nostre lezioni più preziose, che ora condividiamo con i nostri clienti per evitare che incappino negli stessi ostacoli. Un passo alla volta, senza forzare la mano a nessuno, per rendere il cambiamento sostenibile nel tempo.


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