Oltre la tecnologia: il change management per una trasformazione digitale efficace.

La trasformazione digitale nelle PMI non ha a che fare solamente con l’adozione di nuove tecnologie. Comporta un profondo cambio di mentalità e una trasformazione culturale e organizzativa. Secondo il Sole 24 Ore, oltre il 70% delle PMI italiane considera la digitalizzazione una leva cruciale per il proprio sviluppo. Un dato che spiega molto bene come la trasformazione digitale sia vista non solo come un upgrade tecnologico, ma come una strategia complessiva che punti all’innovazione e alla crescita delle aziende. 

Change management: il modo giusto per crescere

Il change management è essenziale per guidare le PMI verso un processo di rinnovamento e una crescita sostenibile. Adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e sfruttare al meglio le nuove tecnologie sono aspetti chiave in questo senso. Anche per non cadere in quella che Donald Sull chiama trappola dell’inerzia attiva, ovvero la tendenza a “rispondere ai cambiamenti più dirompenti con azioni che sono risultate vincenti nel passato” (per chi volesse approfondire rimando all’articolo Why good companies go bad, pubblicato su Harvard Business Review).
Ma per sviluppare capacità di adattamento serve aprire la mente alle novità che ogni giorno arrivano dal mondo tech. Basta pensare all’evoluzione a cui stiamo assistendo con i tool di intelligenza artificiale generativa, meglio conosciuta come AI o LLM. Se prendiamo una qualsiasi società di servizi, oggi questi strumenti permettono di accelerare praticamente tutte le attività e le operation: aiutano nella scrittura, nella creazione di immagini e di video, nell’analisi dei documenti e dei dati. Per cogliere queste opportunità e trasformarle in asset aziendali occorre, non solo avere la mente ben aperta, ma anche le mani pronte a sperimentare le nuove tecnologie in prima persona. HANDS-ON, appunto.

Ma cos’è il change management?

È un processo strutturato e metodico per guidare le organizzazioni, in particolare le Piccole e Medie Imprese (PMI), attraverso cambiamenti significativi o trasformazioni. Nell’era della digitalizzazione, questo processo diventa un elemento chiave per assicurare che le PMI non solo sopravvivano ma prosperino in un mercato in costante evoluzione. E qui la capacità di leadership gioca un ruolo chiave, agendo come catalizzatore del cambiamento.

Spesso, infatti, le PMI si trovano a dover gestire le proprie attività con risorse limitate, il tutto all’interno di un mercato in rapida evoluzione tecnologica. Per questo è facile farsi investire dai cambiamenti, subirli passivamente e continuare a reagire agli stimoli, volta per volta. Diversamente, i manager che sviluppano capacità di adattamento forniscono alle imprese un framework per integrare le nuove tecnologie in modo fluido e produttivo, magari partendo dall’analisi dei dati a propria disposizione. Portano il verbo a tutti gli strati dell’azienda e forniscono le chiavi per comprendere il senso del cambiamento. Senza imporre obblighi o minacciare sanzioni. È in questo modo che, a mio modo di vedere, si gestisce il cambiamento in modo attivo ed efficace. Altrimenti le iniziative di trasformazione digitale possono risultare inutili o, addirittura, dannose.

Certo, per riuscire ad essere efficaci è cruciale partire da una leadership forte e visionaria, capace di guidare e motivare i dipendenti verso il cambiamento.

Formazione e sviluppo: le armi a tua disposizione

Per rendere un progetto di change management veramente efficace è quindi fondamentale che le aziende investano nella formazione e nello sviluppo delle competenze dei dipendenti. Ma non una formazione una tantum.

Occorre pensare e creare programmi di aggiornamento che vadano oltre le competenze tecniche, ma che promuovano un mindset nuovo, che renda le persone estremamente flessibili ed adattabili di fronte ai cambiamenti. Naturalmente, in questa partita è necessario coinvolgere ogni livello dell’azienda, dal management ai collaboratori più operativi, se si vuole diffondere la cultura del cambiamento.

E ancora, c’è bisogno di offrire uno sguardo sul mondo tech, con aggiornamenti continui per restare al passo rispetto a tendenze e tecnologie emergenti. Ma nonostante si stia parlando di digitale, ci tengo a dire che un focus particolare va sempre riservato al problem solving e al pensiero critico, due aspetti fondamentali per preparare i team a gestire sfide impreviste e dotarli degli strumenti per risolvere problemi nuovi con soluzioni nuove, evitando di scadere nell’inerzia attiva e garantendo una transizione serena ed efficace verso nuovi modelli di business.

Conclusione

Il change management nelle PMI non coincide con la mera implementazione di nuove tecnologie in azienda, vuol dire creare una cultura aziendale che concepisca il cambiamento come un’opportunità di crescita. Con questo tipo di approccio, anche le imprese medie e piccole possono trasformare le sfide della digitalizzazione in veri e propri driver per innovare e rendere più efficienti i processi di lavoro. Per metterlo in pratica non servono rivoluzioni radicali, basta avviare un percorso di rinnovamento, perché l’obiettivo non è stravolgere l’organizzazione, ma adattarsi alle nuove sfide del mercato in maniera graduale, anche grazie alla formazione e al coinvolgimento di tutte le persone che fanno parte dell’impresa. 

Un’ultima considerazione: in termini di competitività sul mercato, la forbice tra le aziende che hanno iniziato il proprio percorso di rinnovamento e quelle che ci stanno ancora pensando si è allargata. In modo significativo.

 

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